L'ESTATE IN GIAPPONE
FESTE, USANZE E TRADIZIONI GIAPPONESI NELLA STAGIONE PIÙ CALDA DELL'ANNO
L’estate è ufficialmente cominciata! La stagione più calda dell’anno porta con sé numerosi festival, eventi e usanze che, a livello nazionale e internazionale, approfittando delle temperature e del bel tempo spesso si realizzano all’aperto. E il Giappone, ovviamente, non è da meno.
Le tradizioni giapponesi estive sono tante e ben radicate nella società, risultando spesso secolari e in alcuni casi addirittura millenarie. Si tratta di usanze in buona misura collegate ad antichi miti e credenze e che, in alcuni casi, sono anche strettamente legate alla stagionalità delle verdure e delle materie prime locali. Scopriamo insieme quali sono quelle più importanti, in un viaggio che ci porta dall’Italia direttamente all’esplorazione delle abitudini più profondamente nipponiche.
TANABATA
Cominciamo questo percorso alla scoperta delle usanze dell’estate in Giappone con Tanabata, detta anche Festa delle Stelle o Festa delle Stelle Innamorate. Questa tradizione giapponese deriva dalla Festa di Qixi cinese ed è la celebrazione del ricongiungimento delle due divinità Orihime e Hikoboshi, amanti separati dalla Via Lattea che possono ritrovarsi solo una volta all’anno. Il giorno del loro incontro coincide con il settimo giorno del settimo mese del calendario lunare tradizionale e, pur mantenendo giorni differenti in diverse località del Giappone, generalmente oggi le sue festività si fanno cominciare il 7 luglio.
Fu nel 755 che si celebrò per la prima volta Tanabata, rendendola una tradizione presente nel Paese da più di un millennio. Generalmente è usanza dei giapponesi scrivere durante questa giornata pensieri e desideri su pezzetti di carta che vanno poi posizionati su alberi di bambù insieme ad altre decorazioni. Ma non è tutto: per l’occasione si sfoggiano spesso abiti tradizionali e ci sono canzoni che sono intonate specificamente in questo periodo.
Tradizioni giapponesi
OBON
Una delle più celebri tradizioni estive che caratterizzano la cultura giapponese è Obon, conosciuta anche più semplicemente come Bon. Questa importante usanza consiste nell’onorare gli spiriti degli antenati e dei familiari defunti, che si ritiene in questo periodo tornino per visitare i propri cari in vita. La sua origine deriva dalla storia secondo cui Maha Maudgalyayana, un discepolo di Buddha, usò le sue capacità per incontrare la madre defunta, scoprendo che era tra gli spiriti sofferenti. Chiese dunque al suo maestro come poterla aiutare, e fece delle offerte ai monaci che avevano appena completato il loro ritiro estivo, liberando così l’anima di sua madre.
La tradizione giapponese di Obon dura ben tre giorni, identificati in modo diverso in diverse parti del Paese dato che all’epoca della sua origine era ancora in vigore in Giappone il calendario lunare tradizionale. Le date più diffuse oggi sono quelle che vanno dal 13 al 15 agosto: in questi giorni davanti alle case vengono messe delle lanterne per guidare gli spiriti e i giapponesi ballano la Bon Odori, una celebre danza tradizionale.
Questa festività è nella cultura giapponese un’occasione da passare in famiglia, onorando insieme i defunti e le loro tombe. In questo periodo non possono mancare anche elementi legati alla cucina tradizionale giapponese. Sono particolarmente diffusi alcuni piatti tipici come il mizunoko, un mix di melanzane tagliate a cubetti e riso bianco inseriti insieme in foglie di cachi, che in alcune parti del Giappone si prepara anche con cetriolo tritato in foglie di loto.
Tradizioni giapponesi
TRADIZIONI GIAPPONESI: KAIDAN
Hai mai sentito parlare dei kaidan? Questo termine giapponese deriva dall’unione di Kai, che sta a indicare un’apparizione rara e misteriosa, e Dan, termine che invece si riferisce ai racconti recitati. I kaidan sono le storie di fantasmi giapponesi, raccontate durante tutto l’anno ma soprattutto nel periodo estivo, quando come anticipato si ritiene che gli spiriti tornino sulla Terra. Secondo la cultura giapponese, dopo la morte i defunti restano esattamente come sono, sia dal punto di vista estetico che per quanto riguarda i gusti, i vizi e le virtù. Di conseguenza sono tante le storie di anime che, in base a ciò che gli è successo in vita, tornano per vendicarsi o mettere un punto a problemi irrisolti. Molti racconti sono orali, e si traducono in momenti quasi recitati, ma nel tempo sono stati oggetto anche di rappresentazioni cinematografiche e televisive che caratterizzano spesso la programmazione estiva, soprattutto durante il periodo di Obon.
E tu conoscevi queste antiche tradizioni giapponesi? Altre interessanti nozioni sulla cultura giapponese – culinaria e non – sono sul blog di Oishii Nippon Project!
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MYOGA
PROPRIETÀ E USI DELLO ZENZERO GIAPPONESE
Lo zenzero è un ingrediente estremamente versatile, dal sapore intenso e dall’utilizzo molto variegato. La possibilità di dargli differenti forme e consistenze lo rende un ottimo accompagnamento per numerose ricette sempre più diffuse a livello internazionale, ma parlare dello zenzero in Giappone significa spesso e volentieri parlare del Myoga, detto anche zenzero giapponese. E oggi è proprio tra le caratteristiche di questa pianta che ci addentriamo, scoprendone insieme origini, proprietà, curiosità e gli usi che se ne fanno dentro e fuori dai confini del Giappone.
CHE COS’È IL MYOGA, PARTICOLARE TIPOLOGIA DI ZENZERO GIAPPONESE
Il Myoga (Zingiber mioga) è una pianta erbacea perenne originaria principalmente del Giappone, ma che è possibile trovare anche in Cina o Corea del Sud, appartenente alla famiglia delle Zingiberaceae. A differenza del più diffuso Zingiber officinale, altra specie della stessa famiglia, la parte commestibile di questo particolare tipo di zenzero giapponese non è il rizoma ma sono germogli, boccioli e fiori, utilizzati in diverse preparazioni.
Il suo sapore è caratteristico, speziato e con note piccanti simili a quelle dello zenzero più comune ma, soprattutto se mangiato crudo, con un aroma più fresco e una consistenza croccante. Ma prima ancora di essere scelto per il suo gusto, il Myoga è stato ed è tuttora molto usato per le sue proprietà: è ricco di calcio, potassio e magnesio ed è considerato un ingrediente energetico e che favorisce la plasticità sinaptica, aiutando dunque la memoria. L’alfa-pinene gli conferisce importanti proprietà antinfiammatorie mentre le antocianine, oltre a dargli il suo caratteristico colore, lo rendono un ottimo antiossidante.
COME COLTIVARLO
Il Myoga è originario del Giappone, ma con qualche accorgimento oggi è possibile coltivarlo anche altrove.
Si tratta di una specie molto resistente, capace di tollerare freddi intensi che arrivano fino a -10°C. È importante utilizzare un terreno ricco, ben drenato e che rimanga sempre umido, ed è altrettanto fondamentale irrigarlo regolarmente e posizionarlo in un posto che durante il giorno riceva un po’ di ombra.
USI DELLO ZENZERO IN GIAPPONE
Come anticipato, gli usi alimentari che si fanno di questo zenzero in Giappone sono numerosi e adatti a tutte le stagioni. I germogli di Myoga possono essere mangiati crudi, generalmente come contorno a fianco di altre pietanze; in questo caso la loro consistenza è croccante e il loro sapore molto fresco.
Un altro modo di utilizzarli è come guarnizione: questo zenzero giapponese viene spesso tritato molto finemente e sparso su zuppe di miso, ramen o anche sul riso al vapore, donando alle pietanze un sapore molto più intenso. Può essere consumato anche fritto o alla piastra, ma dopo la cottura il suo aroma risulta leggermente mitigato.
LO ZENZERO MARINATO
Il Myoga si utilizza il più delle volte crudo come condimento su tante pietanze differenti. Tra le sue modalità di consumo, molto apprezzata dai giapponesi risulta essere anche quella sottaceto. La ricetta è molto semplice: basta metterlo in salamoia con zucchero e aceto di riso per poi farlo marinare tutta la notte, ed è pronto da assaporare.
Un’altra ricetta tanto semplice quanto efficace e gustosa è quella dello zenzero marinato in miso. Per realizzarla basta tagliare i germogli di Myoga nel senso della lunghezza, facendo tagli dall’apice fino a metà della lunghezza. Bisogna poi mescolare per bene i germogli con la pasta di miso in una ciotola o in una busta di plastica da mettere in frigorifero e lasciar riposare per tutta la notte. Prima di servire lo zenzero marinato è importante rimuovere la pasta di miso in eccesso.
Ora che conosci tutti gli usi e le proprietà dello zenzero giapponese Myoga non resta che provarlo, magari da affiancare a una delle tante ricette a base di verdure giapponesi che puoi trovare sul sito di Oishii Nippon Project. Qual è la tua preferita?
Zenzero marinato
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VERDURE GIAPPONESI
QUANDO MANGIO COSA?
La cucina giapponese è espressione di una vera e propria arte millenaria che mette al centro numerosi prodotti di diverso tipo. Se è vero che è stata diffusa e resa celebre in Europa grazie al sushi, è altrettanto vero che il riso e il pescato fresco non sono gli unici ingredienti che la rendono così ricca e gustosa.
Pur essendo meno conosciute internazionalmente, le verdure giapponesi sono spesso protagoniste indiscusse dei piatti nipponici. Ma, essendo la cucina tradizionale molto legata alla freschezza e alla stagionalità delle verdure, non tutte sono presenti in tavola per tutto l’anno. Anzi, la stragrande maggioranza ha dei periodi di consumo ben precisi. Oggi scopriamo insieme quali sono le verdure giapponesi più tipiche e qual è il periodo giusto per mangiarle, così da poter portare in tavola il vero gusto della cultura del Washoku.
PRIMAVERA
Siamo in primavera, e non potevamo che cominciare proprio da qui questo viaggio nella stagionalità delle verdure giapponesi. I primi periodi di questa stagione sono caratterizzati dalla presenza dei Nanohana, germogli e giovani infiorescenze di diverse piante appartenenti alla famiglia delle Brassicacee. Si tratta di un alimento dal sapore tendenzialmente amaro, spesso condito dai giapponesi con miso o mostarda, ma anche molto più semplicemente con olio e sale.
Più in generale la primavera giapponese è un periodo ricco di germogli di diverso tipo: dal bambù al farfaraccio giapponese – di cui sono ottimi sia i fiori che i fusti – passando per l’aralia elata e le verdure selvatiche, si tratta di alimenti che indicano spesso l’arrivo di questa stagione. Il loro sapore è generalmente amarognolo, e si dice che aiutino il corpo a disintossicarsi da tutto ciò che ha immagazzinato durante l’inverno.
ESTATE
L’estate chiama ingredienti freschi e leggeri per contrastare il caldo, e tra le verdure giapponesi più adatte a questo scopo il Kyuri è davvero irrinunciabile. Disponibili tutto l’anno ma con alta stagione proprio in estate, questi cetrioli giapponesi hanno una buccia sottile e sono interamente commestibili. La consistenza croccante, più di quella dei cetrioli diffusi in Europa, li rende uno degli ortaggi giapponesi più indicati in piatti crudi come sandwich e insalate. L’utilizzo più comune in Giappone è infatti proprio quello della Tataki Kyuri, un’insalata di cetrioli schiacciati e conditi.
Altro ingrediente molto usato in estate dai giapponesi è la Perilla frutescens, lo Shiso detto anche basilico giapponese. Caratterizzato da un sapore deciso che ricorda quello dell’anice, ne esistono diverse varietà più o meno diffuse nei diversi Paesi dell’Asia Orientale. Tra queste la più utilizzata in Giappone è la variante dalle foglie verdi, usata sia come contorno fresco e in insalate, sia come ingrediente per minestre e infusi. Non possiamo però dimenticare anche lo Shiso a foglie rosse, ampiamente utilizzato per conferire all’Umeboshi il suo caratteristico colore.
AUTUNNO
Tra le verdure giapponesi con stagionalità autunnale non possono mancare le patate dolci Satsumaimo. Questi tuberi dalla buccia rossastra o violacea presentano una polpa morbida e biancastra che vira verso il giallo dopo la cottura, e hanno un sapore più dolce rispetto alle varietà simili coltivate in occidente. Sono ottime sia arrostite – sono vendute così come streetfood autunnale – sia fritte, ma anche come base per pietanze dolci o zuppe. Insomma, le loro possibilità sono infinite, e trasmettono ai giapponesi un irrinunciabile senso di casa.
Altro prodotto che è sinonimo di autunno sono i funghi Shiitake, nome che deriva dall’unione di Shii (quercia) e Take (fungo). Questo fungo della quercia dal cappello scuro è molto utilizzato sia in Giappone che in Cina, Paesi nei quali tradizionalmente le sue proprietà sono state molto apprezzate a scopo medicinale. Il sapore aromatico e quasi piccante rende gli Shiitake un ingrediente che si presta a insaporire diverse ricette a base sia di carne che di pesce, oltre a essere molto valido anche nelle zuppe, una vera coccola alla quale i giapponesi proprio non possono rinunciare.
INVERNO
Durante l’inverno sulle tavole giapponesi si trova spesso il Daikon, ravanello bianco il cui nome può essere tradotto come “grossa radice”. La forma e la consistenza del Daikon sono molto simili a quelle della carota, ma la dimensione è di molto superiore – ha una lunghezza media tra i 30 e i 40 centimetri per un peso fra 1 e 2 kg – e il sapore è decisamente più forte, piccante e pungente. Esistono diverse specie di Daikon, ma quella più comune è la Aokubi, bianca e dalla forma allungata. Quanto all’utilizzo, questa radice può essere consumata sia cruda che cotta, cosa che la rende molto versatile. La cottura ne attenua però il sapore deciso.
Altro ingrediente molto amato in inverno è la zucca, soprattutto nella sua varietà Kabocha. Conosciuta anche come zucca giapponese, questa presenta tipicamente una buccia verde, un sapore molto dolce e una consistenza più densa rispetto alle varietà diffuse in Italia. Il suo consumo è estremamente versatile: può essere fritta in tempura, bollita e diventare anche la base di ottime preparazioni dolci. E se sei un amante della zucca, ti consigliamo di provare anche la nostra Zuccurì.
Concludiamo questo viaggio culinario con una tra le verdure giapponesi più amate: il Negi, cipollotto giapponese dall’utilizzo molto variegato. Spesso utilizzato all’interno di zuppe calde e stufati, il Negi è celebre nel periodo invernale perché considerato un ottimo rimedio contro il raffreddore. Certamente il più diffuso nella zona tra gli ortaggi giapponesi da bulbo, tra i suoi usi risaltano quello come Yakumi – spezia – da spolverare sui piatti, o come Shiraganegi, listarelle molto simili a sottili capelli bianchi usati come decorazione. Il Negi non può proprio mancare sulle tavole giapponesi, e neanche sulla tua: scopri dove trovare i suoi semi sul nostro sito!
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SALSE GIAPPONESI
IL CONDIMENTO PERFETTO PER I TUOI PIATTI
La cucina giapponese è una vera e propria arte: dalla scelta delle materie prime alle tecniche utilizzate per tagliarle, passando per i numerosi condimenti disponibili, ogni scelta è ancora oggi presa seguendo regole che risalgono a una tradizione millenaria.
Oggi è proprio sui condimenti giapponesi che vogliamo soffermarci, in particolar modo sulle salse. Le salse giapponesi sono numerose, variegate per gusto e colorazione, e sono considerate talmente importanti da diventare spesso vere e proprie protagoniste in tavola. Dalla più classica salsa di soia alla pungente salsa wasabi, abbiamo selezionato per voi quelle che dovete assolutamente conoscere e, ovviamente, provare!
SALSA DI SOIA
Quando si parla di salse giapponesi non si può non cominciare con l’intramontabile salsa di soia. Si tratta di un condimento estremamente versatile, adatto a esaltare il sapore di piatti di pesce e riso, per arricchire zuppe e minestre ma anche come ingrediente per la preparazione di salse più complesse.
Condimento caratterizzato da una spiccata sapidità, la salsa di soia ha in realtà origine cinese ma ne esistono diverse versioni in base al Paese di produzione, ognuna con le proprie peculiarità. Quella giapponese presenta una grande quantità di grano tostato, che la rende leggermente più dolce rispetto a quella cinese ma anche non adatta a chi soffre di celiachia. Niente paura però, la salsa tamari risolve questo problema: questo condimento giapponese è infatti ottenuto principalmente dalla soia, presentando una quantità di grano e quindi di glutine molto limitata.
SALSA TERIYAKI
Come dicevamo, la salsa di soia serve anche da ingrediente per la preparazione di altri diffusissimi condimenti giapponesi. Tra questi, la salsa Teriyaki, un altro condimento che fa risalire le sue origini alla cucina tradizionale nipponica. La sua preparazione richiede come ingredienti di base sakè, zucchero e – appunto – salsa di soia, da far bollire insieme fino al raggiungimento della giusta densità, ma c’è anche chi alla ricetta tradizionale aggiunge tocchi speciali come aglio, zenzero o miele.
La sapidità della salsa di soia viene stemperata dalla presenza degli altri ingredienti, rendendo la Teriyaki una salsa agrodolce adatta a condire una grande varietà di alimenti. Tra le numerose ricette nelle quali è presente spiccano quelle del pollo e del salmone Teriyaki, con la tipica glassatura derivata proprio dall’utilizzo della salsa. La facilità della preparazione la rende inoltre uno dei condimenti giapponesi più utilizzati anche nella cucina occidentale contemporanea e nella cucina fusion.
SALSA TONKATSU
Se quella che cerchi per arricchire i tuoi piatti è una salsa agrodolce, allora oltre alla Teriyaki anche la Tonkatsu potrebbe fare al caso tuo. L’origine di questo condimento è molto più recente – risale infatti alla fine dell’800 -, ma si tratta comunque di un ingrediente oggi estremamente utilizzato in Giappone. Il suo nome deriva dalla pietanza alla quale si accompagna con maggiore frequenza, ossia il Tonkatsu, tipica cotoletta di maiale, ma è un condimento oggi molto diffuso per accompagnare più in generale la frittura.
La salsa Tonkatsu è molto densa, scura e caratterizzata da un tipico sapore “dolcesalato”. Questo deriva dagli ingredienti dei quali si compone, tra i quali spiccano carote, mele, prugne secche e concentrato di pomodoro.
SALSA WASABI
Un sapore molto diverso caratterizza invece la salsa Wasabi, che rilascia al palato una piccantezza accompagnata da note amare e acide. A differenza dei condimenti giapponesi già citati, si tratta di un prodotto dalla consistenza pastosa, e infatti quello di produzione industriale si trova spesso venduto in tubetti.
Il caratteristico colore verde è conferito dalla radice dell’Eutrema japonicum, pianta conosciuta appunto come wasabi o ravanello giapponese. Il suo sapore particolare e le proprietà antibatteriche rendono questa pasta particolarmente indicata per accompagnare il pesce crudo, e la sua diffusione in Occidente è infatti coincisa con quella del sushi. Da notare il fatto che, essendo quella di wasabi una radice rara e per questo costosa, la sua salsa è spesso oggetto di “falsificazioni” realizzate solo in piccola parte con la radice in questione, sostituita in buona parte con il più comune rafano e colorante alimentare verde. Queste paste si distinguono in Giappone dal cosiddetto hon-wasabi, che è invece quello più originale e puro.
Noi vi abbiamo dato quattro opzioni per rendere più appetitosi i vostri piatti, adesso non vi resta che provarle tutte! E se siete a corto di ricette giapponesi, la sezione Ricette di Oishii Nippon Project può certamente fare al caso vostro.
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